Tempo di lettura: 3 minuti
Nel Sud-est asiatico, in Africa, Brasile e Scandinavia sono quasi 59 milioni gli ettari di foreste ricresciuti dal duemila. Questo è quanto emerge dall’analisi di Trillion Trees, una joint venture nata dalla collaborazione tra WWF, Birdlife international e Wildlife conservation
society.
Un bosco che ha spontaneamente visto la luce ed è riuscito ad assorbire 5,9 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, un valore più alto delle emissioni annuali di tutti gli Stati Uniti.
La stragrande maggioranza di questi quasi 20 miliardi di nuovi alberi è dovuta a misure di tutela e protezione messe in atto dall’uomo, le quali hanno favorito la produzione indisturbata di questi ecosistemi, mentre solo una minima parte risulta da piantumazioni.
Ne esistono tre tipologie:
- la prima, il ripristino attivo, si rende necessario quando il terreno è rovinato o non può essere recuperato da solo. Ciò comporta la messa in dimora di aree di alberi autoctoni, compresi gli approcci agroforestali;
- la seconda, la rigenerazione naturale assistita, consiste nel processo di rimozione della vegetazione invasiva e di delimitazione e recinzione di aree boschive fortemente sollecitate dalle attività ricreative;
- la terza, la rigenerazione naturale spontanea, è considerata la migliore perché vuol dire che la terra è in grado di rigenerarsi da sola, senza l’input umano. Alcune aree non hanno bisogno di altro che di essere lasciate sole per iniziare una nuova vita.
La mappa degli hotspot di rigenerazione mostra tutti e tre i tipi di ricrescita, escludendo appositamente le piantagioni commerciali.
La metodologia usata Il progetto ha visto coinvolti oltre 100 esperti sparsi in 29 diversi paesi e un lavoro durato due anni, dove i ricercatori hanno confrontato i dati satellitari e quelli dei telerilevamenti sull’uso e la copertura del suolo. In questo modo, è stato possibile individuare immediatamente i nuovi polmoni verdi, ma anche capire dove è meglio concentrare gli sforzi umani per aiutare la natura a riprendere il suo spazio.
Osservando attentamente la mappa, si può notare che la maggior parte della rigenerazione è avvenuta nel sud-est asiatico, in Brasile e nell’Africa subsahariana. Il Brasile, martoriato dalla deforestazione, ha visto nascere un’area boschiva di 4,2 miliardi di ettari. Tutto ciò è stato possibile grazie a una combinazione di progetti pianificati per ripristinare le foreste, ma soprattutto grazie a pratiche industriali più responsabili e fattori come la tendenza alla migrazione verso le città lasciando di conseguenza vuoti campi e zone agricole periferiche. Nel continente europeo invece, sono stati i Balcani e il nord della Grecia a veder crescere grandi i boschi, così come anche tutto il versante centrale della Scandinavia.
Anche se ci sono grandi segnali di incoraggiamento, non bisogna dimenticarsi che la deforestazione continua ad avanzare a ritmi molto veloci e preoccupanti. Ci vogliono decenni se non addirittura secoli prima che una “foresta secondaria” rigenerata diventi ricca di carbonio e fauna selvatica come una foresta esistente da secoli. La difficoltà di sostituire le foreste perdute rimane, ma monitorando scientificamente e con costanza queste nuove aree, è possibile proteggerle e farle espandere ancora, così da poter dare un futuro più verde a tutte le nuove generazioni. Fonte: Trillion Trees
© Copyright Swan&Koi SB a rl
Swan&Koi SB a r.l.– Società Benefit
P.Iva e C.F. 07644660966
Via Antonio De Curtis, 9 – Milano 20128
legalmail@swankoi.it
Milano – Via Antonio De Curtis, 9 - 20128
Bologna – via Bastiana 4957/B
Castel San Pietro T.- 40024
Associati
CODICI ATECO
70.22.09
- 59.11
- 73.11.01
- 73.11.02
- 74.20.19