I giovanissimi della Generazione Z, nati tra il 1997 e il 2010, sono definiti i digital innates perché non conoscono la vita senza tecnologia. Sono la generazione più globalizzata della storia, iper connessi e inclusivi, ben diversi dai Millennial per tanti aspetti.
Questi ultimi invece, nati tra 1980 e il 1996, sono definiti i digital native in quanto cresciuti insieme alla digitalizzazione e all’accelerazione tecnologica. I Millennial per natura sono sempre connessi e la loro parola d’ordine è condivisione.
Per queste due generazioni l’ecosostenibilità di un prodotto è un fattore fondamentale quando si tratta delle loro scelte d’acquisto. Infatti, ciò che cercano sono principalmente prodotti di alta qualità e lunga durata, ma che allo stesso tempo abbiano ingredienti non dannosi per l’ambiente e packaging ideati in materiali sostenibili.
Per portare un esempio, Tentree è una linea di abbigliamento conosciuta per i suoi prodotti composti di soli materiali sostenibili, che ha ottenuto un enorme successo sui social media di tutto il mondo. Il marchio è inoltre associato a partner della catena di fornitura socialmente responsabili.
Proprio grazie a una campagna social su Instagram, articolata in post sponsorizzati e amplificata dall’utilizzo dell’influencer marketing, con la collaborazione di nano (<10K) e micro influencer (10-100K), è riuscita a produrre contenuti realistici e riconoscibili tanto da aumentare vertiginosamente il traffico al loro sito web anche a visitatori internazionali.
È soprattutto la GenZ a rispettare i marchi che si dimostrano consapevoli dei segni che lasciano sull’ambiente. Secondo lo studio di First Insight (2020), circa il 73% della Generazione Z e il 68% dei Millennial è disposto a pagare di più per prodotti che rispettano l'ambiente.
Oggi i consumatori della GenZ, prima di acquistare un prodotto o supportare un marchio vogliono sapere la sua provenienza, chi ha realizzato l’articolo e qual è il processo attraverso cui è stato creato.
I giovanissimi si aspettano sempre di più da brand e aziende e tra queste aspettative c’è soprattutto il vedere concretamente l’impatto positivo delle loro scelte etiche su questioni di responsabilità ambientale e sociale.
Nel corso degli ultimi anni, i giovani sono progressivamente più decisi a prendere le distanze da marchi con evidenti problemi etici.
Oggi basta una breve ricerca online per capire il background di un brand e il suo operato. Pertanto, le aziende e i marchi devono essere in grado di mantenere una forte immagine ed essere attivi socialmente. Secondo uno studio di First Insight (2020), il 62% della GenZ è più propenso ad acquistare marchi con certificazioni sostenibili. E per inciso, il 2020 è il primo anno in cui la GenZ è entrata a far parte della forza lavoro globale.
Tutto questo insieme di tendenze sta portando le aziende ad apportare cambiamenti nella loro catena di produzione e nel loro modo di comunicare. Marketing ed etica del lavoro sono ormai diventati una cosa sola, specialmente se si vogliono soddisfare le esigenze etiche dei consumatori più giovani.
Oggi più che mai, emerge quindi la necessità per un brand di curare con attenzione la scelta dei fornitori, ogni aspetto della filiera di produzione e la scelta dei propri ambassador, in modo da non rischiare di perdere una fascia importante del proprio target e mettere così a rischio la propria reputazione.
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