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ISMEA- Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ha scelto tramite procedura di gara Swan&Koi per una campagna di comunicazione per il settore biologico

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L'incarico riguarda nel dettaglio il servizio di ideazione, progettazione e realizzazione di uno spot per la tv, di un servizio fotografico, di uno spot radio e di tre episodi di una serie web, interpretati da un testimonial televisivo e da tre top influencer che presto potremo svelarvi. Quattro i macro-obiettivi del progetto: promuovere il consumo dei prodotti biologici, informare sui benefici del consumo di prodotti bio, educare a riconoscere le informazioni dei prodotti bio e formare le nuove generazioni al consumo del bio.

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Anche quest’anno Swan&Koi si aggiudica le Stelle di Mediastars, prestigioso premio giunto alla 27° edizione mirato nel ricercare la migliore creatività nella comunicazione pubblicitaria e nel mettere in luce il valore della professionalità dei Tecnici di ogni specializzazione.

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Dopo aver vinto l’anno scorso la Special Star per la copy strategy nella categoria sito no profit, in questa edizione l’agenzia è stata premiata con ben due Special Star nella sezione Tecnica Audiovisiva; la prima per la Direzione Creativa di Gaia Zavoli per il video "Derby Blue zero zuccheri aggiunti” (cliente Conserve Italia), la seconda per il Copy di Christian Mascheroni per il video “Mondoffice: ovunque, qui per voi” (cliente Mondoffice). “Essere selezionati da una giuria di circa 200 professionisti tra oltre 600 progetti iscritti, rappresenta per Swan&Koi un riconoscimento di professionalità che ci sprona a fare sempre meglio, in un ambito per noi strategico come quello della produzione audiovisiva. Impresa creativa, Società di consulenza di marketing, la nostra agenzia è oggi anche Casa di Produzione, per una circolarità progettuale e di processo che ottimizza i budget dei nostri clienti e consente di avere sotto controllo l’impatto ambientale delle nostre campagne" ha dichiarato Gaia Zavoli, CEO e Direttrice Creativa dell’Agenzia.

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Il 23 giugno presso la Casa degli Artisti di Milano si è tenuto l'evento di premiazione della XXVI edizione di Mediastars - Il Premio Tecnico della Pubblicità italiana.

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Il Premio Mediastars si conferma, sul territorio italiano, come l'organizzazione più rappresentativa tra gli eventi di premiazione delle realtà creative italiane. Questa edizione di Mediastars ha visto un’altissima partecipazione di imprese di comunicazione, provenienti da dodici regioni italiane con una rappresentanza di ben trentacinque capoluoghi e centinaia di campagne iscritte. Confrontandoci con circa 70 progetti iscritti nella nostra sezione, noi di Swan&Koi siamo felici e orgogliosi di aver ricevuto la Special Star in ambito digital, per la copy strategy realizzata a favore del nostro Cliente AIFO, Associazione del Terzo Settore che dal 1961 é attiva nella cooperazione socio-sanitaria internazionale. Siamo stati inseriti anche in short list per il miglior sito no profit.

Credits
Cliente: AIFO Italia
Agenzia: Swan&Koi SB
Direzione Creativa: Gaia Zavoli
Concept & Structural Design: Gloria Di Donatantonio
Brand Strategy Planner: Gianna Terzani
Cybersecurity&hosting: Marco Laudisa
Direttore Cliente: Luca Baroni

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In occasione della Milano Design Week, Swan&Koi ha realizzato per Mondoffice una campagna di OOH spettacolare che parla di REIMMAGINARE il futuro, nelle zone della città più frequentate della kermesse meneghina (Porta Genova, Darsena, Brera-Corso Como, Montenero, Farini) con più di 11 milioni di contatti stimati nell’arco di questo primo flight di 14 giorni.

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Il futuro che verrà è il futuro che possiamo progettare, creare, reinterpretando il presente con uno sguardo nuovo. E’ il futuro che Mondoffice porta avanti lungo il suo percorso professionale e umano, che va di pari passo con l’anima artistica e dirompente di uno degli appuntamenti con il design più celebrati nel mondo: la Milano Design Week. Dal 6 al 12 Giugno, il 60° Salone del Mobile coinvolge la design community internazionale in una visione comune e fondamentale: anticipare i tempi e condividere soluzioni in grado di innovare il nostro domani sin da oggi. Per questa edizione del Fuori Salone che si intitola “Tra spazio e tempo”, Swan&Koi ha creato per Mondoffice una creatività in piena sintonia con la tematica di quest’anno: REIMAGINE, una copy-ad con foto inserimenti dei prodotti iconici Mondoffice. Trovare soluzioni concrete per fare la differenza parte dalla volontà e dall’energia di Re-immaginare una nuova realtà, attraverso i luoghi e gli spazi che abitiamo o dove lavoriamo e per trovare, insieme al brand Mondoffice, il miglior futuro da abitare. Swan&Koi, è un’impresa di comunicazione benefit con sedi a Milano e Bologna, associata a UNA, ASSOBENEFIT e CONFINDUSTRIA INTELLECT, coerentemente con la sua mission e il suo taglio consulenziale al branding. Mondoffice da oltre 30 anni è il partner di fiducia di aziende, scuole, enti pubblici e privati, dai piccoli professionisti alle grandi multinazionali, per tutto ciò che riguarda la fornitura e l’organizzazione dell’ufficio e degli spazi di lavoro. Grazie a 40.000 prodotti e alla sua consulenza crea luoghi di lavoro e spazi “su misura”. Come media partner Swan&Koi ha scelto DEFI Group, leader europeo nella pubblicità outdoor con 45 anni di esperienza.

Credits
Direzione contatto: Luca Baroni
Direzione Creativa: Gaia Zavoli
Art&graphic design: Gloria Di Donatantonio
Copywriting: Christian Mascheroni
Photographer: Daniele Catenazzi

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Ad oggi in Italia il numero di siti web che offrono strumenti per la navigazione a supporto delle persone con disabilità è ancora molto limitato

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Secondo la pubblicazione ISTAT “Conoscere il mondo della disabilità” nel 2019 le persone con disabilità sono 3milioni e 150mila. Il 5,2% della popolazione. Fin dalla sua nascita, una delle principali potenzialità del web è quella di consentire l’acceso a informazioni e conoscenza a un numero di persone impensabile prima del suo avvento. Pensiamo però per un momento a cosa accadrebbe se non potessimo usare la tastiera a causa di un forte tremore o paralisi o che non ci sia possibile utilizzare il mouse. In che modo potremmo navigare su un sito web? Pensandoci bene, il World Wide Web non è poi così accessibile.

Cos’è l’accessibilità?
Quando parliamo del termine accessibilità, ci riferiamo proprio alla possibilità di libera fruizione dei contenuti web a tutti gli utenti, senza alcuna discriminazione. Il suo obiettivo primario sta proprio nell’eliminare tutte le barriere della comunicazione e interazione che molte persone con disabilità incontrano ogni giorno nell’utilizzare determinati servizi pensati in rete, e più in generale offrire pari condizioni a tutti gli utenti. Ma quando i siti web non vengono progettati in quest’ottica, possono creare altri ostacoli che escludono, ancora una volta, un determinato gruppo di individui.

Inoltre, è necessario sottolineare che questa libera fruizione di contenuti non riguarda solo le persone con disabilità, ma in senso esteso, riguarda tutti: dagli anziani, ai dislessici, a coloro che hanno disabilità temporanee. L’accessibilità è per di più un requisito obbligatorio nei siti della Pubblica Amministrazione ed è regolamentata da una serie di leggi tra le quali la Direttiva UE 2016/2102 del Parlamento Europeo, pubblicata il 26 ottobre 2016 e relativa a “Accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici”. Dal 23 settembre 2020 tutti i siti della P.A. pubblicati prima del 23 settembre 2018 devono adeguarsi alle linee di accessibilità, pubblicare la “Dichiarazione di Accessibilità” e consentire l’invio di segnalazioni da parte degli utenti.

Ma cosa rende un sito web accessibile?

Per essere definito tale, un sito web deve soddisfare determinati requisiti e possedere una validazione WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
Deve quindi rispondere alle seguenti caratteristiche:
- Essere fruibile da normodotati e diversamente abili, indipendentemente dal tipo di disabilità;
- Essere navigabile completamente attraverso l’uso del browser web o tecnologie di assistenza (screen reader, tastiere “braille” o puntatori mouse intelligenti);
- Avere contenuti comprensibili e disposti in gerarchie ordinate in modo da evitare errori durante la navigazione;
- Essere utilizzabile a prescindere dal tipo di dispositivo, sistema operativo, browser o dal contesto di utilizzo;
- Fornire le risposte che l’utente sta cercando in modo rapido e preciso, garantendone una buona esperienza di navigazione.

L’accessibilità comprende al suo interno tutte le disabilità che influenzano l’accesso alla rete: uditiva, cognitiva, neurologica, fisica, discorsiva e visiva. Ottimizzare un sito web per gli utenti con disabilità permette di intercettare e soddisfare un maggior numero di persone. Il concetto e i requisiti di accessibilità includono anche il concetto di usabilità. Quest’ultima, nella terminologia della legge Stanca, viene indicata con il termine “fruibilità”.

I 4 principi dell’accessibilità
Abbiamo detto in precedenza che il web si pone come livellatore di differenze, garantendo una grande quantità di connessioni e informazioni a tutti coloro che vogliono accedervi.
Ma per poter parlare di accessibilità, bisogna essere in grado di rispettare quattro principi fondamentali:
PERCEPIBILE
Ovvero prevede la rimozione di qualsiasi barriera che un utente potrebbe avere per accedere ai contenuti, compresa la possibilità di utilizzare il sito con screen reader, fornendo alternative di testo e una struttura logica.
UTILIZZABILE
Un sito funzionante e fruibile da tutti gli utenti, a prescindere dal dispositivo su cui stanno navigando, grazie a un lavoro sull’interfaccia utente e sulla navigazione.
COMPRENSIBILE
Le persone devono essere in grado di comprendere le informazioni visualizzate su una pagina web, nonché comprendere chiaramente l’interfaccia utente.
ROBUSTO
Per essere solido, un sito deve poter essere consultato e interpretato da diverse tecnologie e piattaforme, incluso screen reader.

Ci sono poi altri aspetti da tenere a mente per lo sviluppo di un sito che si possa definire “accessibile”. Questi sono prettamente legati alla parte visiva, con cui l’utente si interfaccia una volta atterrato sul sito web.
Colori e contrasto: fondamentali per dare la giusta importanza alle informazioni, oltre che per rendere leggibile il sito anche agli utenti daltonici;
Form e moduli: anche i moduli devono essere interamente compilabili da utenti con disabilità. L’accessibilità può essere garantita verificando che tutte le etichette siano associate correttamente agli elementi del form.
Testo alternativo: testo che viene visualizzato o letto dagli strumenti di sintesi vocale utilizzati dalle persone non vedenti quando l’immagine non viene caricata correttamente. Ogni elemento fotografico deve essere accompagnato da una descrizione o didascalia così da poter rendere il contenuto fruibile a tutti.
Elementi di distrazione: tutti quegli elementi che rendono un sito difficilmente accessibile agli utenti che per esempio soffrono di epilessia. Uno di questi elementi potrebbe essere semplicemente lo scorrimento troppo veloce di immagini e testo.
Codice Captcha: Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart, ovvero Test di Turing completamente automatizzato e pubblico per distinguere i computer dagli umani. I codici captcha sono molto utili per controllare il problema dello spam, ma nelle versioni più classiche (come ad esempio la versione in cui bisogna ricopiare il testo rappresentato in immagine) sono poco accessibili a persone con disabilità.

Sia che le ragioni siano morali, etiche o legali, imparare a rendere la rete più accessibile dovrebbe essere sicuramente un punto importante per chiunque voglia progettare un sito web.
Noi di Swan&Koi abbiamo pensato e realizzato il nostro sito rispettando tutti i requisiti necessari per dare la possibilità di libera fruizione a tutti gli utenti. Questo lo facciamo anche per tutte le realtà con cui collaboriamo e che hanno l’esigenza di sviluppare un nuovo portare per comunicare la loro identità, i valori, i servizi e per rafforzare il loro posizionamento strategico all’interno di un mercato.
Possiamo dire che questa definizione non richieda in realtà molte altre spiegazioni.
I siti web devono essere realizzati in modo tale che chiunque possa accedervi e utilizzarli, usufruendo liberamente delle informazioni in essi contenute.

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Il primo font ad abbattere le barriere della lettura è stato scelto dall’Università della Tuscia

Una storia di design e di un font ad alta leggibilità pensato per i dislessici. L’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo), parte di un progetto europeo, è la prima università in Italia ad adottare il font creato dal designer Federico Alfonsetti.

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Dopo quasi dieci anni di studio, nel 2018 è stato reso pubblico EasyReading, il font sviluppato dall’idea di aiutare a decifrare le parole scritte in modo fluido e immediato. Un carattere tipografico in grado di superare le barriere della lettura. I primi studi in merito emergono nella Casa Editrice Angolo Manzoni di Torino, dove esperti di leggibilità e del testo scritto come Federico Alfonsetti, Enzo Bartolone e Nino Truglio sono stati in grado di far emergere un dono che fino a quel momento non era ancora stato svelato: la leggibilità per tutti. Oggi, la società EasyReading Multimedia, si occupa di divulgare nel mondo la forza del font assieme all’investitore Marco Canali e al consulente Umberto Cardellini.

EasyReading è nuovamente sotto i riflettori, dopo tre anni dalla sua pubblicazione, perché l’Università degli Studi della Tuscia, a Viterbo, ha scelto di utilizzare questo carattere tipografico, realizzato secondo l’approccio inclusivo del “Design for all1”, anche per il progetto europeo VRAIlexia, una piattaforma di e-learning che fa uso dell’Intelligenza Artificiale per migliorare l’apprendimento dei suoi studenti.

Il termine è in realtà l’acronimo che condensa le diverse sfaccettature del progetto:
- VR sta per realtà virtuale
- AI per l’intelligenza artificiale
- lexia rimanda agli strumenti basati su cloud e su intelligenza artificiale in grado di interagire con l’uomo.

EASYREADING: COME FUNZIONA
Un progetto che è stato tra i primi a trattare il delicato tema della dislessia nell’apprendimento. Così, dopo aver acquisito la licenza d’uso del font ad alta leggibilità EasyReading® Dyslexia Friendly su tutti i PC dell’ateneo e come predefinito per le attività didattiche telematiche, l’Università degli Studi della Tuscia ha scelto di utilizzare il font anche per il progetto europeo VRAIlexia.

“È stata la prima università, in Italia, a credere nell’importanza dell’utilizzo di un font ad alta leggibilità e si è confermata visionaria in questo frangente, nel quale può fare da apripista perché altre realtà analoghe si muovano nella stessa direzione”.
Il font disegnato a Torino da Federico Alfonsetti e dal suo team di ricerca ha come target il 10% della popolazione che soffre di dislessia, ma punta anche alla semplicità e all’alta leggibilità per tutti: il design dei suoi 811 caratteri agevola i lettori dislessici ma è del tutto leggibile anche per il lettore comune, che con ogni probabilità non si renderà conto di trovarsi di fronte a un carattere “speciale”. Per questo la sua applicazione è possibile in molteplici campi, dall’editoria ai musei, e ora anche all’Università. “L’Università degli Studi della Tuscia è un Ateneo giovane a misura di studente,” ha concluso Giuseppe Calabrò, Responsabile scientifico progetto VRAIlexia, “il nostro Rettore punta a far diventare l’Ateneo un centro nevralgico per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dove ogni studente trova le condizioni per esprimere al meglio il proprio potenziale. È in questa ottica che abbiamo deciso di adottare il font ad alta leggibilità EasyReading e di intraprendere iniziative come VRAIlexia dove in maniera innovativa vogliamo rompere gli schemi ed essere promotori di una rete di Campus Sostenibili”.

Caratteristiche Grafiche
EasyReading è un font ibrido - dal disegno essenziale - perché presenta contemporaneamente lettere con grazie (serif) e lettere senza grazie (sans-serif). Lo specifico design delle lettere con grazie dedicate, utili a prevenire lo scambio percettivo tra lettere simili per forma, ha permesso di determinare ampi spazi calibrati che contrastano l’effetto affollamento percettivo (crowding effect) dando così maggior respiro alla lettura. EasyReading è stato realizzato con un approccio alla metodologia progettuale del Design for All per la quale la diversità è concepita non come un problema ma come un “valore” agevolante.

Ricerche scientifiche indipendenti certificano che EasyReading è un valido strumento compensativo per i lettori con dislessia e nel contempo un font facilitante per tutte le tipologie di lettori. Secondo le stime più recenti la dislessia oggi tocca almeno il 10% della popolazione mondiale, ovvero circa 700 milioni di persone. Ecco spiegato il perché di un simile sforzo per dare vita a un carattere che fosse per tutti. Il font EasyReading ha ricevuto dall’Associazione Italiana Dislessia (AID) parere positivo per le sue specifiche caratteristiche grafiche che sono utili ad agevolare la lettura a chi presenta problematiche di Dislessia. Ha ottenuto, per il suo design innovativo, la concessione di incentivi dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso la Fondazione Valore Italia – Esposizione permanente del Made in Italy e del design italiano.
Fonte: http://www.easyreading.it/it/

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ETICA E SOSTENIBILITÀ: DUE GENERAZIONI A CONFRONTO

Per i giovanissimi della GenZ e i Millennial, la sostenibilità di un prodotto è molto importante e sempre di più tendono a scegliere brand che abbiano un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

I giovanissimi della Generazione Z, nati tra il 1997 e il 2010, sono definiti i digital innates perché non conoscono la vita senza tecnologia. Sono la generazione più globalizzata della storia, iper connessi e inclusivi, ben diversi dai Millennial per tanti aspetti. Questi ultimi invece, nati tra 1980 e il 1996, sono definiti i digital native in quanto cresciuti insieme alla digitalizzazione e all’accelerazione tecnologica. I Millennial per natura sono sempre connessi e la loro parola d’ordine è condivisione.
Per queste due generazioni l’ecosostenibilità di un prodotto è un fattore fondamentale quando si tratta delle loro scelte d’acquisto. Infatti, ciò che cercano sono principalmente prodotti di alta qualità e lunga durata, ma che allo stesso tempo abbiano ingredienti non dannosi per l’ambiente e packaging ideati in materiali sostenibili.

Per portare un esempio, Tentree è una linea di abbigliamento conosciuta per i suoi prodotti composti di soli materiali sostenibili, che ha ottenuto un enorme successo sui social media di tutto il mondo. Il marchio è inoltre associato a partner della catena di fornitura socialmente responsabili. Proprio grazie a una campagna social su Instagram, articolata in post sponsorizzati e amplificata dall’utilizzo dell’influencer marketing, con la collaborazione di nano (<10K) e micro influencer (10-100K), è riuscita a produrre contenuti realistici e riconoscibili tanto da aumentare vertiginosamente il traffico al loro sito web anche a visitatori internazionali.

È soprattutto la GenZ a rispettare i marchi che si dimostrano consapevoli dei segni che lasciano sull’ambiente. Secondo lo studio di First Insight (2020), circa il 73% della Generazione Z e il 68% dei Millennial è disposto a pagare di più per prodotti che rispettano l'ambiente.

Il consumo come preoccupazione etica

Oggi i consumatori della GenZ, prima di acquistare un prodotto o supportare un marchio vogliono sapere la sua provenienza, chi ha realizzato l’articolo e qual è il processo attraverso cui è stato creato.
I giovanissimi si aspettano sempre di più da brand e aziende e tra queste aspettative c’è soprattutto il vedere concretamente l’impatto positivo delle loro scelte etiche su questioni di responsabilità ambientale e sociale. Nel corso degli ultimi anni, i giovani sono progressivamente più decisi a prendere le distanze da marchi con evidenti problemi etici.

Oggi basta una breve ricerca online per capire il background di un brand e il suo operato. Pertanto, le aziende e i marchi devono essere in grado di mantenere una forte immagine ed essere attivi socialmente. Secondo uno studio di First Insight (2020), il 62% della GenZ è più propenso ad acquistare marchi con certificazioni sostenibili. E per inciso, il 2020 è il primo anno in cui la GenZ è entrata a far parte della forza lavoro globale.

Tutto questo insieme di tendenze sta portando le aziende ad apportare cambiamenti nella loro catena di produzione e nel loro modo di comunicare. Marketing ed etica del lavoro sono ormai diventati una cosa sola, specialmente se si vogliono soddisfare le esigenze etiche dei consumatori più giovani.

Oggi più che mai, emerge quindi la necessità per un brand di curare con attenzione la scelta dei fornitori, ogni aspetto della filiera di produzione e la scelta dei propri ambassador, in modo da non rischiare di perdere una fascia importante del proprio target e mettere così a rischio la propria reputazione.

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Mondoffice SCEGLIE la radio E IL noto GRUPPO EDITORIALE PER IL LANCIO DEL NUOVO CATALOGO 2021 “Riconvertire, rinnovare, rifondare”

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Milano, 13 settembre 2021 – Da oggi Mondoffice è on air con la nuova campagna pubblicitaria radiofonica su RTL 102.5 e con una campagna banner sulle testate del Gruppo Citynews, la piattaforma italiana di informazione digitale più visitata d’Italia.

La nuova campagna radio sarà concentrata soprattutto nelle fasce “drivetime” (mattutino e serale) con l’orecchiabile jingle “Mondoffice c’è!”, per invitare i radioascoltatori di RTL a scaricare il nuovo catalogo interattivo del brand; stesso obiettivo per la campagna banner sulle testate online del Gruppo Citynews che genererà oltre 1 milione di nuovi contatti.

Radio e quotidiani nazionali online sono la scelta ideale per i target Mondoffice, legati alle proposte commerciali del catalogo come lo smart working, l’eco design, la tecnologia, i prodotti per la scuola.

Firma le creatività, la scelta strategica dei media e la progettazione del catalogo interattivo Swan&Koi, l’impresa di comunicazione Benefit con sedi a Milano e Bologna, associata a UNAASSOBENEFIT e CONFINDUSTRIA INTELLECT.

Mondoffice da oltre 30 anni è il partner di fiducia di aziende, scuole, enti pubblici e privati, dai piccoli professionisti alle grandi multinazionali, per tutto ciò che riguarda la fornitura e l’organizzazione dell’ufficio e degli spazi di lavoro.
Grazie a 40.000 prodotti e alla sua consulenza crea luoghi di lavoro e spazi “su misura”.

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Nel corso degli ultimi 20 sono ricresciuti quasi 59 milioni di ettari di foreste, una superficie pari alla grandezza della Francia

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Nel Sud-est asiatico, in Africa, Brasile e Scandinavia sono quasi 59 milioni gli ettari di foreste ricresciuti dal duemila. Questo è quanto emerge dall’analisi di Trillion Trees, una joint venture nata dalla collaborazione tra WWF, Birdlife international e Wildlife conservation society.
Un bosco che ha spontaneamente visto la luce ed è riuscito ad assorbire 5,9 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, un valore più alto delle emissioni annuali di tutti gli Stati Uniti. La stragrande maggioranza di questi quasi 20 miliardi di nuovi alberi è dovuta a misure di tutela e protezione messe in atto dall’uomo, le quali hanno favorito la produzione indisturbata di questi ecosistemi, mentre solo una minima parte risulta da piantumazioni.

Che cos’è la rigenerazione?

Ne esistono tre tipologie: - la prima, il ripristino attivo, si rende necessario quando il terreno è rovinato o non può essere recuperato da solo. Ciò comporta la messa in dimora di aree di alberi autoctoni, compresi gli approcci agroforestali;
- la seconda, la rigenerazione naturale assistita, consiste nel processo di rimozione della vegetazione invasiva e di delimitazione e recinzione di aree boschive fortemente sollecitate dalle attività ricreative;
- la terza, la rigenerazione naturale spontanea, è considerata la migliore perché vuol dire che la terra è in grado di rigenerarsi da sola, senza l’input umano. Alcune aree non hanno bisogno di altro che di essere lasciate sole per iniziare una nuova vita. La mappa degli hotspot di rigenerazione mostra tutti e tre i tipi di ricrescita, escludendo appositamente le piantagioni commerciali.

La metodologia usata Il progetto ha visto coinvolti oltre 100 esperti sparsi in 29 diversi paesi e un lavoro durato due anni, dove i ricercatori hanno confrontato i dati satellitari e quelli dei telerilevamenti sull’uso e la copertura del suolo. In questo modo, è stato possibile individuare immediatamente i nuovi polmoni verdi, ma anche capire dove è meglio concentrare gli sforzi umani per aiutare la natura a riprendere il suo spazio.

Osservando attentamente la mappa, si può notare che la maggior parte della rigenerazione è avvenuta nel sud-est asiatico, in Brasile e nell’Africa subsahariana. Il Brasile, martoriato dalla deforestazione, ha visto nascere un’area boschiva di 4,2 miliardi di ettari. Tutto ciò è stato possibile grazie a una combinazione di progetti pianificati per ripristinare le foreste, ma soprattutto grazie a pratiche industriali più responsabili e fattori come la tendenza alla migrazione verso le città lasciando di conseguenza vuoti campi e zone agricole periferiche. Nel continente europeo invece, sono stati i Balcani e il nord della Grecia a veder crescere grandi i boschi, così come anche tutto il versante centrale della Scandinavia.

Anche se ci sono grandi segnali di incoraggiamento, non bisogna dimenticarsi che la deforestazione continua ad avanzare a ritmi molto veloci e preoccupanti. Ci vogliono decenni se non addirittura secoli prima che una “foresta secondaria” rigenerata diventi ricca di carbonio e fauna selvatica come una foresta esistente da secoli. La difficoltà di sostituire le foreste perdute rimane, ma monitorando scientificamente e con costanza queste nuove aree, è possibile proteggerle e farle espandere ancora, così da poter dare un futuro più verde a tutte le nuove generazioni. Fonte: Trillion Trees

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